lunedì 12 marzo 2012


Dead Man Talking, un reality disumano in Cina

Si chiama "Interviste prima dell'esecuzione" il reality show che in Cina intervista i condannati a morte a pochi minuti dalla morte. Questa sera la BBC trasmette un documentario sulla spettacolarizzazione della pena capitale che, secondo le autorità cinesi, "è un format educativo perché invita a non delinquere".



Dead Man Talking, un reality disumano in Cina.
Dead Man Talking, parafrasando il film con Sean Penn e Susan Sarandon, è il titolo del documentario fatto da un regista australiano su un reality show agghiacciante che, dal 2006, si svolge regolarmente in Cina realizzando picchi di audience che nemmeno Fiorello è stato in grado di fare. Il problema è che il format di quello che tradotto in italiano si chiama “Interviste prima dell’esecuzione”, racconta appunto gli ultimi istanti di vita dei condannati a morte nelle prigioni cinesi. La padrona di casa, una Daria Bignardi molto più cruenta e dagli occhi a mandorla, si chiama Ding Yu ed è la giornalista star della televisione della Cina Centrale (la zona dell’Henan), ed è lei a moderare le lacrime dei “concorrenti condannati” e ad accompagnarli verso il luogo dell’esecuzione con le loro ultime parole e la frase di rito di ognuno di loro, guardando dritto la telecamera: “Ora vado!”. Come fosse un “Diamo il via al televoto” qualsiasi. Il tutto realizzando ben 40 milioni di telespettatori ogni sabato sera. Come è possibile che possa andare in onda tutto questo? Secondo le autorità cinesi, il format sarebbe addirittura educativo e performante, portando la criminalità in Cina a tassi più bassi. E’ convinzione sia della classe politica, sia della maggioranza dei cittadini cinesi che applicare la pena di morte sia una pratica giusta.

Ding Yu intervista un condannato a morte a pochi minuti dall'esecuzione
Scene raccapriccianti – Secondo la televisione americana Abc, però, lo show verrà sospeso a partire dalla prossima settimana, probabilmente in concomitanza con la messa in onda questa sera, sulla BBC d’Oltremanica, del documentario su questo circo mediatico crudele. Il polverone che si potrebbe alzare non gioverebbe alla già non buona nomea della Cina. Intanto alcune delle testimonianze raccolte dalla giornalista Ding Yu, che sono state inserite nel documentario Dead Man Talking fanno rabbrividire: c’è un ragazzo di 20 anni che ha ammazzato la madre che gli negava i soldi per giocare ai videogame, c’è un padre che chiama la figlia dicendosi dispiaciuto per tutto questo, oppure una giovane donna che piange disperandosi su un vetro dove, dall’altro lato, c’è suo padre che le da un ultimo saluto prima di entrare nella “stanza della morte”. In tutto questo c’è Ding Yu, che non è nè una nostrana Bignardi, nè una Barbara D’Urso, nè tantomeno un’Alessia Marcuzzi. Quando finisce un’intervista, nella stanza accanto i suoi intervistati muoiono e lei, che ha anche un figlio piccolo, non versa nemmeno la metà di una lacrima./

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