Schettino amante della velocità. In cabina il trolley di Domnica
Altri dettagli sulle nuove carte che hanno riportato d'attualità la tragedia della Costa Concordia. Come ha fatto Schettino a diventare comandante? Nei documenti delle indagini ci sono le idee e le valutazioni dei suoi colleghi per provare a capirlo. E spuntano altre foto insieme a Domnica.
I COLLEGHI PARLANO DI SCHETTINO - Il 21 ottobre 2006 Schettino viene promosso a comandante dopo "un'attenta valutazione delle candidature". Ma come ha fatto a ottenere la promozione? Ecco che cosa dicevano e scrivevano di lui i suoi ex colleghi. Mauro Mautone, comandante della Costa Classica, lo descrive come "persona molto seria, affidabile, preparata e capace. Riesce ad assumere l'atteggiamento adeguato alle circostanze e ha capacità elevate". Mario Moretta, che lo ha avuto come secondo, dice: "Persona preparata professionalmente, con ottimo bagaglio professionale, si sta ambientando molto bene. Lo ritengo persona di sicuro avvenire sulla quale la società potrà sicuramente contare in futuro".
"BRAVO, MA BUGIARDO" - Ci sono poi le parole dell'ex comandante Mario Palombo, quello a cui era dedicato l'inchino che ha causato la tragedia del Giglio: "Ho notato un suo impegno nel conoscere la nave. Non c'è stato inizialmente un buon rapporto con me: per orgoglio o per motivi professionali, Schettino in molti casi preferiva mentirmi piuttosto che ammettere di aver sbagliato. Ha un buon carattere, per questo ho voluto aiutarlo a superare le difficoltà incontrate a bordo, facendogli acquisire più personalità ed esperienza nella gestione della nave".
AMANTE DELLA VELOCITA' - Nel giugno 2010 Schettino è già protagonista di un episodio controverso. Quando comandava la Costa Atlantica aveva causato danni alla Aida blu ormeggiata in un porto tedesco perché "manovrava a 7,7 nodi e aveva fatto una mancata valutazione di alcune necessarie informazioni". La compagnia gli scrive della necessità di una "attenta riflessione che consenta di evitare in futuro simili episodi".
I BAGAGLI DI DOMNICA NELLA CABINA DI SCHETTINO - Nella cabina di Schettino sono state ritrovate le valigie di Domnica Cermotan, la hostess moldava che dopo la tragedia ha detto ai magistrati di avergli scritto una mail per dirgli "Ti odio". Nella camera del capitano i carabinieri hanno trovato i bagagli della donna, che erano chiusi in un trolley blu, ma anche un secondo trolley nero con sopra la scritta "Rtai Do Nica". Oggetti che sono stati riconsegnati alla ragazza che, durante l'interrogatorio, ha prima detto di essere ospite di un'amica e poi ha precisato di aver appoggiato le sue cose nella cabina di Schettino.
UN BORDELLO GALLEGGIANTE... - Secondo La Stampa, la nave era un bordello in alto mare, con tanto di "droga, sesso e mchismo da parte degli ufficiali dell'equipaggio". Insomma, lo spaccato della vita sulle navi di Costa Crociere raccontato da alcuni dipendendi è ben lontano dal paradisiaco soggiorno raccontato nelle brochure pubblicitarie. E Costa Crociere è sempre più nella bufera.
INCIDENTE PROBATORIO/ LA PROCURA DI GROSSETO AD AFFARI: "PER LA LETTURA DELLA SCATOLA NERA CI VORRANNO 90 GIORNI"
Sabato 3 marzo alle ore 9,30 è prevista la prima udienza preliminare dell'incidente probatorio. Durante l'udienza non si procederà all'ascolto delle registrazioni della scatola nera ma ad attività processuali di tipo preliminare e al conferimento degli incarichi per le perizie. Ma quanto tempo ci vorrà per sapere il contenuto della scatola nera? Lo chiarisce adAffaritaliani.it la Procura di Grosseto: "Ci vorranno tra i 60 e i 90 giorni. Più 90 che 60 per la verità".
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Il comandante Francesco Schettino viene descritto come "abituato ad usare le donne come merce di scambio". L'ex infermiera, Valentina B. si è dimessa per l'insostenibile clima professionale anche per via di un "terzo ufficiale, trovato morto "suicidato" su una nave Costa (dovrebbe esserci un'indagine in corso"). La ragazza ha lavorato sulla Costa Atlantica insieme a Schettino "dal 9 gennaio al 12 febbraio 2010: qui ha "trovato corruzione, droga e prostituzione". E aggiunge: "Ho visto direttamente con i miei occhi ufficiali assumere cocaina e per dimostrarlo basterebbe una semplice analisi del capello".
Sempre La Stampa riporta le dichiarazioni di un'altra dipendente, Mery G: "Ho lavorato sulla Costa Concordia nel 2010 solo due mesi...molto spesso gli ufficiali e l'equipaggio sono ubriachi. Spesso ci dicevamo alle feste: se ci fosse un'emergenza chi sarebbe a salvare la nave?". Mery aggiunge: "Sono stata molestata durante un pranzo da un membro dell'equipaggio che era completamente drogato".
Dichiarazioni che stridono con quelle di Costa Crociere, che ha sempre sostenuto: "A bordo vi sono rigide misure di sicurezza e sorveglianza per quanto riguarda il possesso di droga, vengono effettuati controlli e azioni preventive per scoraggiare simili comportamenti".
"SCHETTINO NON AVEVA GLI OCCHIALI, NON VEDEVA BENE" -Nuove carte, ben diecimila, spuntano nell'inchiesta sul naufragio all'isola del Giglio e dagli interrogatori escono nuovi dettagli, come riporta il Corriere Fiorentino. Il vicecomandante Ciro Ambrosio rivela che "Schettino porta gli occhiali per stanchezza, ma in quel momento non li aveva perché li aveva lasciati nella cabina. Mi chiese spesso di impostare la scala radar perché non ci vedeva bene".
OLTRE 700 INCHINI - Il presidente di Costa Pierluigi Foschi: "Dal 2008 a oggi ci sono stati oltre 700 passaggi delle navi Costa al Giglio. Non sapevo nulla della nave, perché mi trovavo all'estero. È il comandante che deve avvertire le autorità esterne". Il dg di Costa, Giovanni Onorato, dice ai magistrati di aver saputo dell'incidente «poco dopo le 22.24: mi chiamò Mario Palumbo (l'ex comandante Costa, ndr) per dirmi: "Hai saputo della Concordia? Io non c'entro nulla. Ero a Grosseto" (...) Mi ricordo che Ferrarini mi disse che Schettino provò a concordare una versione: l'incidente era dovuto a causa del blackout".
"CI SCORDAMMO DEL SISTEMA ANTI-FALLA" - Roberto Bosio, vicecomandante della Concordia, sulle procedure anti-falla: "Non so darmi una spiegazione", dice l'ufficiale. "Una volta che sono arrivato in plancia - è scritto nel verbale - ho dedotto che doveva essersi evidentemente allagata la zona sottostante, ovvero i generatori 1,2 e 3". Bosio aggiunge che "la propulsione elettrica è stata persa immediatamente" e poi: "La nave possiede due motori elettrici che ricevono potenza da sei motori diesel generatori". Ma un punto è chiaro: "Siccome nè io e nè il comandante abbiamo dato ordine di segnalare l'allarme falla, sono sicuro che non sia partito. Non so dire il motivo per cui l'allarme non sia stato dato. In ogni caso se l'allarme fosse stato diramato, la conseguenza sarebbe stato l'invio di una squadra di emergenza a tamponare la falla e il contemporaneo invio di lance del personale responsabile dei mezzi dell'approntamento dei mezzi di salvataggio al fine di predisporsi per un prevedibile abbandono della nave". Insomma, sarebbe bastato questo perché i passeggeri sulla la nave potessero sbarcare, probabilmente, con tutta tranquillità.
IL MISTERO DELLE VALIGE - Un sopravvissuto al naufragio, Ignazio Med, cagliaritano 41enne, telefona alla polizia per parlare di borsoni sospetti e pochi giorni dopo è stato sentito. "Una volta arrivati a Grosseto, stavamo aspettando il bus che ci doveva portare a casa. Mentre eravamo in fila, ho notato 4 persone, presumibilmente tutti della Costa, che scavalcavano la fila, incuranti di quello che avevano già sopportato i passeggeri. La persona che ci stava indirizzando verso il pullman, invitava i quattro a depositare i borsoni nel bagagliaio, ma uno di questi diceva che all'interno dei borsoni erano custoditi documenti importanti della nave. (...). Di uno di loro mi ha colpito non soltanto l'aspetto curato dopo l'accaduto ma anche il suo atteggiamento di "protezione" nei confronti del contenuto delle borse. (...) A questo punto dicevo che avevano già provato ad ammazzarci a bordo della nave e che non mi stava bene che dei borsoni avessero la precedenza. A questo punto uno di loro, rivolgendosi a un collega, diceva: "Ma che fai? Gli rispondi?" (...) Il comportamento di queste persone mi faceva sospettare che dentro quelle borsone ci fosse qualche documento importante, prelevato dalla nave". La polizia chiede se qualche altra persona può testimoniare in merito e l'uomo risponde: "Sicuramente i miei compagni di viaggio e tutti quelli che erano lì in fila".
IL PC DI SCHETTINO ROTTO E ABBANDONATO - La polizia postale sta facendo accertamenti su un personal computer, anche questo al centro di un giallo. Una testimone, che stava pulendo un parcheggio che si trova a Grosseto di fronte alla Fattoria "Razza del Casalone", ha chiamato la polizia. "La donna ci mostrava una borsa multicolore rosso e violaceo recante la scritta Camaieu del tutto identica a quella che il comandante della nave Concordia teneva in mano nelle numerose fotografie in cui è ritratto - annota la polizia - Per questo motivo prendevamo in consegna la borsa". Ma quel personal computer, spiega la polizia, non è integro: "Da una prima verifica del contenuto, notavamo che c'erano numerose componenti che facevano parte di un computer portatile, mancante di numerosi pezzi". Nel verbale di rinvenimento la polizia elenca ogni pezzo che è stato poi repertato: in queste ore si sta cercando di capire se da quei pezzi, compreso un microprocessore, si possa risalire all'eventuale proprietario del personal computer.
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