Il gol di Brandao in Champions, costa all’Inter 40 milioni di euro
Vittoria amara per l'Inter che saluta la Champions League e chiude ufficialmente un ciclo vincente. Adesso bisognerà ripartire da subito ma per Moratti c'è un problema in più: oltre a dover rivedere dal completo il reparto tecnico dai giocatori all'allenatore, deve fare i conti con i soldi in cassa. Che mancano.
Risultato più amaro e crudele non poteva esserci per l’Inter, 2-1 a San Siro contro il Marsiglia nel ritorno degli ottavi di finale, ma eliminata dalla Champions League a causa del gol a tempo scaduto segnato da Ayew all’andata, in Francia. Un successo doppiamente beffardo perchè, anche in questo caso, la rete dei transalpini è arrivata al 93′ su una azione rocambolesca, nata da un lunghissimo rilancio del portiere e da un rimpallo sulla schiena di Brandao che ha messo in disarmo la difesa nerazzurra prima di infilare Julio Cesar con un rasoterra vincente. Il tutto, proprio quando l’Inter stava ‘cullando’ l’idea dei tempi supplementari, grazie al gol di Diego Milito, in mischia in area dopo una serie infinita di rimpalli.
E’ una eliminazione che vidima inesorabilmente la fine definitiva di un ciclo, proprio nel giorno in cui, la’ltra storica finalista di Madrid 2010, il Bayern rimotanva l’1-0 di Basilea con un perentorio 7-0 all’Allianz con poker di Mario Gomez. Fuori dalla Coppa Italia ad opera del Napoli, esclusa dalla sfida scudetto in campionato che vede solamente Juventus e Milan a condersi il tricolore, l’Inter boccheggiava già da tempo anche in Europa, aggrappata alla Coppa conquistata nel 2010 con i denti e le unghie, alla ricerca di un disperato sogno frantumatosi ieri notte e che obbligherà chi di dovere ad affrontare da subito la cruda realtà. Perchè da oggi, l’Inter non è soltanto fuori da ogni obiettivo stagionale già a metà marzo ma deve ripartire subito per ricostruire un progetto valido affrontando anche il problema (serissimo) di farlo con un budget ancor più limitato di prima.
L’eliminazione cocente di ieri sera ha soprattutto una valenza negativa economica. Ben sapendo che questa squadra non avrebbe mai avuto una sola possibilità di raggiungere (e magri vincere) la Champions League, la parola d’ordine era: continuare finchè si può. Perchè procedere in Europa significava avere un rientro importante in milioni di euro che avrebbero avuto il merito di andare a coprire la ‘falla’ che si aprirà il prossimo anno quando non ci saranno i proventi della presenza nella Champions 2012-2013, oramai troppo lontana anche puntando semplicemente al terzo posto che garantirebbe i preliminari. Un ‘buco’ stimato attorno ai 30 milioni per i mancati diritti tv collegati all’evento e ai ‘bonus’ elargiti dall’UEFA ai partecipantialla kermesse. Se poi si aggiungono altri 10 milioni ‘persi’ con il gol di Brandao e Ayew (che sono costati l’eliminazione) si arriva ad una cifra da vertigini che avrebbe potuto essere un ottimo piano di ripartenza per una squadra da rifondare.
E invece, Massimo Moratti dovrà fare le nozze con i fichi secchi, obbligato a non perdere più tempo e a rimettere in sesto la situazione programmando da oggi il futuro nerazzurro, senza potersi permettere il lusso di attendere maggio perchè la stagione interista è finita al 93′ minuto della gara di ieri. Ciò che si è detto a parole dovrà essere seguito dai fatti: tanti campioni dovranno essere salutati, molti rinnovi rifiutati, altri dovranno subire ridimensionamenti drastici e poi bisognerà attingere al bacino dei giovani, forzatamente chiamati in causa (perchè a bassissimo costo) dalla prima squadra. Tenendo presente anche due aspetti che minano i sogni di ripartenze immediate: il fair play finanziario oramai alle porte ( i bilanci dell’Inter, oggi, sono ancora sotto i parametri pretesi da Platini) e l’assenza di fuoriclasse da vendere a prezzo salato (Balotelli, Eto’o, Thiago Motta), visto che tutti – da Sneijder in giù – hanno oramai un valore sempre più involuto e il prossimo mercato estivo ha l’aria di trasformarsi in un discount nerazzurro dove, chi vorrà, potrà prelevare buoni giocatori a prezzi stracciati.
Se ciò vale per la prossima rosa da risistemare, non si può dimenticare anche il ruolo che giocherà il nuovo allenatore. Claudio Ranieri si è giocato l’ultima fiche proprio contro il Marsiglia. La puntata era già disperata non avendo grande considerazione all’interno del palazzo nerazzurro eppure un’eventuale passaggio ai quarti avrebbe potuto permettere al tecnico testaccino di poter credere di restare fino al naturale scadere del suo contratto (giugno 2013). Invece, da oggi è ufficialmente un ‘dead man walking’ – sempre che Moratti non scelga l’esonero immediato per dare un taglio con un presente amarissimo. Chi verrà scelto per la prossima rifondazione nerazzurra – chiunque fosse, da Villas Boas a Guardiola (verso il rinnovo con il Barça) a Zenga – una cosa è certa: non potrà contare su risorse tecniche da campioni e dovrà sfruttare ciò che gli resterà di questi ultimi 18 mesi. Ci saranno molte partenze, addii anche dolorosi e chi siederà in panchina dovrà essere un tecnico pronto a sacrificare le proprie convizioni tattiche e i desideri di mercato, accettando di lavorare con il ‘minimo sindacale’ a disposizione. Anche perchè difficilmente Moratti si potrà permettere – con i già accennati disavanzi finanziari – una stagione in cui cambiare (e pagare) 4 allenatori.
L’unica nota positiva, guardando al botteghino, sono gli ultimi conteggi che arrivano dalla notte Champions. Malgrado l’eliminazione, è arrivata una vittoria che – secondo i parametri Uefa – ha portato nelle casse nerazzurre 800 mila euro. E c’è da sfregarsi le mani anche al botteghino di San Siro: contro il Marsiglia, l’appello di Ranieri non è rimasto inascoltato e sono accorsi in 70.000 (solo con la Juventus, quest’anno si era assistito ad uno spettacolo simile) registrando un incasso di oltre 2 milioni di euro. Un altro aspetto che giocherà a favore di Moratti sarà anche, da qui a giugno, il mancato aumento degli ingaggi di molti giocatori, stipendi legati moltissimo al rendimento e ai risultati raggiunti. Seguendo il trend degli ultimi anni, infatti, a molti giocatori era stata praticata la tariffa dei ‘bonus’ con un minimo garantito molto più basso che in passato. Essendo stati eliminati da ogni competizione e non potendo pensare minimamente di riscattarsi in campionato con lo scudetto, per Moratti non ci sarà – almeno – da mettere mano ancora una volta al portafoglio, ad iniziare da Claudio Ranieri che, in caso di qualificazione, avrebbe percepito un ‘extra’ di 150 mila euro come da accordi.
Briciole, si direbbe, rispetto alle mancate entrate future, ma pur sempre un quarto di bicchiere mezzo pieno che oggi deve essere valutato per ciò che è: la consolazione dei poveri.
Briciole, si direbbe, rispetto alle mancate entrate future, ma pur sempre un quarto di bicchiere mezzo pieno che oggi deve essere valutato per ciò che è: la consolazione dei poveri.
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